Sicily mag – Dal mare ai Nebrodi, la Sicilia generosa dagli inattesi sapori
Approdare” sui Nebrodi dal mare, il suggestivo ossimoro per scoprire una Sicilia generosa d’inattesi stupori. La Sicilia “green” emerge dal tour “Nebrodi… che spettacolo!” organizzato dal Gal Nebrodi plus con il patrocinio dall’Assessorato Regionale del Turismo, del Sport e dello Spettacolo. La natura lussureggiante dei boschi, i chilometri di sabbia bianca e finisssima, gli scrigni di tesori inediti nei borghi dove l’ospitalità è il plusvalore dell’offerta turistica insieme alle eccellenze enogastronomiche del territorio. La ripartenza dei Nebrodi è già una realtà. «La rinascita non solo dalla crisi sanitaria – spiega Francesco Calanna, presidente del Gal Nebrodi plus – ma anche da un modello ormai superato di fare turismo. Andiamo verso la transizione ecologica ed il territorio dei Nebrodi con la sua integrità ambientale ed i suoi valori rispecchia le nuove frontiere di un turismo sempre più attento alla sostenibilità».
L’incipt del viaggio, è infatti il porto turistico di Capo D’Orlando, unica bandiera Blu dei porti turistici della Sicilia, premiato per educazione e formazione ambientale, qualità delle acque, servizi e sicurezza. Ad un soffio dalle Isole Eolie, è per i Nebrodi una finestra aperta sul mondo. «Una bella scommessa sotto il profilo turistico – sottolinea Enza Di Raimondo direttrice del porto -. Queste montagne che arrivano a picco sul mare e da lì in appena un quarto d’ora si arriva a mille metri d’altezza con vista sull’Etna e sulle Eolie».
Un tour mozzafiato. Leggende e storia diventano tutt’uno nella narrazione di una terra dove l’uomo è presente fin dai tempi più remoti. Il mito di Scilla e Cariddi, di Colapesce e del ritrovamento di Thea nella grotta di San Teodoro, ad Acquedolci, la “principessa” del Paleolitico, rivivono nell’arte affabulatoria dell’evergreen Gaetano Basile, giornalista e storico delle tradizioni dell’Isola, che con bravura e ironia pungente, ha raccontato 15mila anni di storia accompagnato dai contrappunti musicali del cantautore e sensibile interprete Marcello Mandreucci.
Musica e parole sotto le stelle nella suggestiva cornice del parco di Villa Piccolo di Calanovella, tra gli acquerelli del barone Casimiro Piccolo, pittore visionario ed i profumi mediterranei, sulla sommità di Capo D’Orlando, sede dell’omonima Fondazione. La luce accesa della stanza dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse alcune pagine del celebre “Gattopardo” , «è il monito – dice Carmelo Germanà, direttore della Fondazione -a non dimenticare il grande patrimonio culturale apprezzato da tutto il mondo e di cui i siciliani spesso non sono consapevoli». Curiosità: nel parco voluto da Agata Giovanna Piccolo, appassionata di botanica, c’è anche il cimitero dei cani e dei gatti della famiglia. Villa Piccolo di Calanovella può essere visitata su appuntamento (info per visite telefono 0941.957029). A tavola, assaggio dei Nebrodi dell’Antica Filanda, da 30 anni sosta golosa per appassionati gourmet. Il dessert è il gelato dedicato alla figura della baronessa Agata Giovanna Piccolo, utilizzando un infuso di petali di rosa, gelsomini e profumi di agrumi, sulla scorta dei personali ricordi del maestro gelatiere Maurizio Cucinotta della gelateria “Sapore di sale” di Borgo San Gregorio a Capo d’Orlando.
L’iniziativa è stata l’occasione per guardare con occhi nuovi la grande bellezza dei Nebrodi, tra roverelle e maestose faggete, lungo i tornanti attraversati non di rado, dalle agili donnole e da altre caratteristiche specie di animali. E soprattutto per conoscere i tesori dei Nebrodi che gli arabi chiamavano “l’isola nell’isola”.
A Naso, a circa 498 metri sul livello del mare, al Teatro Vittorio Alfieri, l’unico palcoscenico dei Nebrodi, è l’energia di Davide Caliò, giovane nasitano percussionista di talento scelto dall’Accademia del Teatro Alla Scala, il sottofondo musicale di una visita alla scoperta di mirabilia dell’ex Contea. Nel dedalo di viuzze, tra gli odori del pane caldo e quelli del gelsomino sui balconi, si aprono palazzi nobiliari, chiese monumentali e panorami che abbracciano le “sette perle del Mediterraneo”.
Il Tempio di San Cono racchiude nella splendida cripta in stile barocco le spoglie mortali del santo in un tripudio di marmi pregiati, di bianchi puttini, di decorazioni raffiguranti i suoi miracoli. C’è il tempo per una granita al limone con brioscia con il tipico “tuppo” alla messinese e con il cuoppo della famosa calia nasitana, e per gli amanti del mare, un tuffo a Ponte Naso, nelle acque limpide della spiaggia di Brolo (info servizio accoglienza turistica Naso telefono 0941.960076).
Si prosegue alla scoperta di Ficarra, a 450 metri altezza tra secolari ulivi e noccioli. L’amministrazione comunale, buttando il cuore oltre e costruendo un nuovo inizio, ha deciso di ridare vita al borgo di circa 1300 abitanti, investendo in arte e cultura e di trasformarlo in un museo diffuso. Musei, collezioni e percorsi dalla tradizione alla contemporaneità per conquistare il pubblico dei grandi e dei bambini con il suggestivo villaggio delle marionette di Gianpistone nel “Museo delle Mille e una Notte” o il museo del giocattolo medievale. Da aprile a settembre si può assistere alle varie fasi di metamorfosi del baco da seta, nel museo dedicato alla lavorazione ottocentesca del prezioso filato ed anche ascoltare Consolo o Montale, solo per citarne alcuni, al jukebox della poesia nella residenza d’artista. A Ficarra l’arte s’intreccia alla vita con le opere degli artisti che “dialogano” con i passanti. I musei interattivi dove si tengono i laboratori sono una decina, tra cui anche quello didattico dedicato all’oliva “Minuta” , un viaggio tra ieri e oggi nella tradizione olearia dei Nebrodi (info Pro Loco di Ficarra telefono 0941.582666).
In questi ultimi anni il turismo è cambiato ed il turista-viaggiatore vuole vivere un’esperienza. «La comunità nebroidea – racconta Maria D’Amico, guida naturalistica dei Nebrodi di www.siciliaecogastronomica.com – apre le cucine delle mamme e delle nonne ed insegna a cucinare i nostri prodotti tipici, i maccheroni, la caponata. Ed il turista resta colpito dalla loro accoglienza calorosa e questo è sicuramente il punto di forza della nostra offerta turistica dove il viaggiatore si sente a casa, in famiglia».
L’arrivederci ai Nebrodi è nella frescura dei boschi di Monte della Miraglia con il sottofondo del mandolino di Nino Nobile e le voci di Oriana Civile e di Antonio Smiriglia che, per la prima volta insieme, hanno dato vita ad uno spettacolo vibrante d’impegno e di passione per la propria terra in un excursus musicale che attinge alla tradizione culturale dei Nebrodi.
Nella faggeta più a sud, e più alta d’Europa a quota 1500 metri, il relais Villa Miraglia con lo chef Gianluca Barbagallo “coccola” i suoi ospiti con la cucina di di tradizione nebroidea. La granita all’acqua di mare del maestro gelatiere Pietro Di Noto della “Gelateria Di Noto” a Castel Di Tusa, chiude in freschezza una giornata particolarmente afosa. Ma il viaggio continua con i consigli su dove mangiare e dormire. Un modo per continuare a viaggiare perchè come dice Marcello Mandreucci in una sua canzone “viaggiare è come aggiungere sale”. Alla vita.
Dove mangiare e dove dormire
Antica Filanda, Caprileone
Tappa gourmet a Caprileone, sopra Capo D’Orlando, all’Antica Filanda dei fratelli Campisi antesignani del km zero. Qui la cucina è “femmina”, con Pinuccia, Pina e Nuccia che rinnovano la tradizione di nonna Antonina, cuoca provetta che ha avviato l’attivita. Imperdibili, l’uovo panato su crema di formaggio al tartufo nero dei Nebrodi e la Norma “ fuori” dalla Norma. Camere, piscina e giardino a vista sulle Eolie per un soggiorno di relax e gusto. In cantina circa 600 etichette. E’ associato al prestigioso circuito delle “Soste di Ulisse”.
Relais Villa Miraglia, Cesarò
Da rifugio di montagna a relais di lusso, gestito dalla famiglia Mazzurco, ha dieci camere calde ed accoglienti alcune con il camino in pietra. A Cesarò, natura, relax e gusto vanno a braccetto. Lo chef Gianluca Barbagallo, porta in tavola la cucina della nonna, quella delle feste, con le materie prime del territorio. Dall’orto con 15mila piante tra erbe aromatiche e ortaggi al cliente, protagonisti i maccheroni fatti da loro con il sugo di suino nero di Nebrodi e il capocollo con pesche di Maniace. Il pane, anche di loro produzione, ha solo un problema: crea dipendenza.
Pubblicato da sicilymag.it
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